
Piano Transizione 5.0: tra potenzialità e ostacoli
Il Piano Transizione 5.0 sta subendo un rallentamento
Il Piano Transizione 5.0 è un'iniziativa del governo italiano che incentiva le imprese a investire in tecnologie digitali e green per aumentare l'efficienza energetica e la sostenibilità. Si tratta di una misura ambiziosa, che mette a disposizione 6 miliardi di euro sotto forma di credito d’imposta per chi investe in tecnologie innovative capaci di migliorare l’efficienza energetica dei processi produttivi. Tuttavia, a distanza di alcuni mesi dall’apertura della misura, i risultati non sono ancora in linea con le aspettative.
Al momento, le risorse prenotate ammontano a circa 888 milioni di euro, pari al 14,25% del totale disponibile. Una cifra che evidenzia un’adesione limitata, anche se nelle ultime settimane si è registrato un netto miglioramento: tra il 21 aprile e il 9 maggio 2025, le prenotazioni hanno superato 8 milioni di euro al giorno, segnale di un crescente interesse da parte del tessuto imprenditoriale.
Gli ostacoli
Ma cosa sta frenando realmente le imprese? Non è messa sicuramente in discussione la “bontà” dell’incentivo, quanto la sua complessità procedurale. Per accedere al credito, infatti, è necessario che le aziende facciano attenzione alle scadenze e considerare diversi fattori:
- La presentazione di due certificazioni, una “Ex ante” che attesti la riduzione dei consumi energetici grazie agli investimenti progettati, e una “Ex post” che comprovi l’effettiva realizzazione del progetto in linea con la certificazione “Ex ante”;
- I tempi di consegna delle attrezzature e macchinari;
- La conclusione degli investimenti entro il 31 dicembre 2025;
- L’attenzione alla rendicontazione e alla documentazione tecnica, che può necessitare di professionisti qualificati;
- La non cumulabilità dell’iniziativa con altri incentivi per gli stessi beni, rendendo necessaria una pianificazione strategica più rigorosa per assicurarsi la corretta fruizione dei benefici.
Un incentivo a misura di PMI, ma serve pianificazione
Il credito d’imposta può arrivare fino al 45% dell’investimento, ma la percentuale effettiva dipende da vari fattori, tra cui la dimensione dell’impresa e il livello di efficientamento energetico ottenuto. Per le PMI, in particolare, questa può rappresentare una leva molto vantaggiosa, a patto che ci sia una corretta pianificazione sin dalle fasi iniziali.
Agire ora per non perdere l'occasione
In sintesi, la vera sfida per le imprese non è accedere alla misura, ma farlo nei tempi e nei modi corretti. Le opportunità sono reali, ma richiedono impegno, consapevolezza tecnica e tempestività. Iniziare ora l’iter progettuale diventa fondamentale per massimizzare le possibilità di successo.